Radio TRS The Station

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TRS (Tele Radio Sicilia) nasce come radio libera nel febbraio 1976. Trasmette dagli studi di via Nomentana sull’onda del grande momento di libertà di quel periodo. Nonostante le difficoltà create dalle autorità dell’epoca, per problemi legati alla mancanza di una regolamentazione dell’uso delle frequenze radio, l’etere cominciava ad appartenere un po’ a tutti e non solo alla RAI, che ha mantenuto questa egemonia fino a quando, proprio nel ’76, la sentenza della Suprema Corte ha sancito “il diritto di comunicare in modo diretto ed economico il p... See more

Rome FM|102.3
334.8018398
TRS - The Radio Station - Tribunale di Roma n. 445/2005 - ROC n. 16085
TRS (Tele Radio Sicilia) nasce come radio libera nel febbraio 1976. Trasmette dagli studi di via Nomentana sull’onda del grande momento di libertà di quel periodo. Nonostante le difficoltà create dalle autorità dell’epoca, per problemi legati alla mancanza di una regolamentazione dell’uso delle frequenze radio, l’etere cominciava ad appartenere un po’ a tutti e non solo alla RAI, che ha mantenuto questa egemonia fino a quando, proprio nel ’76, la sentenza della Suprema Corte ha sancito “il diritto di comunicare in modo diretto ed economico il proprio pensiero” (art. 21 della Costituzione).

Diffida dalle imitazioni:TRS The Radio Station è la prima stazione Radio di controcultura musicale in Italia. Rock, Blues, Jazz, Progressive Psychedelic e Folk - In onda dal 1975 ad oggi.



TRS The Radio Station (102.300 MHz, Rome, Italy) - www.trsradio.net - is an extraordinary permanent exhibition of Modern Music: it plays not only the best rock music of the last 50 years, but also jazz, blues, progressive, folk, beat, punk, reggae, and so on.

To listen to our high quality musical selections just click the flashing speaker, select your O.S. relax and enjoy.

TRS (Tele Radio Sicilia) nasce come radio libera nel febbraio 1976. Trasmette dagli studi di via Nomentana sull’onda del grande momento di libertà di quel periodo. Nonostante le difficoltà create dalle autorità dell’epoca, per problemi legati alla mancanza di una regolamentazione dell’uso delle frequenze radio, l’etere cominciava ad appartenere un po’ a tutti e non solo alla RAI, che ha mantenuto questa egemonia fino a quando, proprio nel ’76, la sentenza della Suprema Corte ha sancito “il diritto di comunicare in modo diretto ed economico il proprio pensiero” (art. 21 della Costituzione).

Questo slancio di libertà dava la possibilità al prof. Vincenzo Pinto (il proprietario) di far nascere questa radio per diffondere la cultura del Mezzogiorno d’Italia, attraverso la musica folkloristica. Una cultura popolare che era andata dispersa in quanto non considerata tale e che, essendo basata su una tradizione prevalentemente orale, non era facilmente reperibile. Difatti spesso ci si doveva recare in Sicilia per registrare dal vivo i musicisti.

Lo “stile comunicativo”, che per primo Vincenzo Pinto ha utilizzato, non era solo improntato sulla programmazione folk ma anche su un’attenta denuncia giornalistica rispetto ai problemi che il Mezzogiorno ha sempre avuto. Finalmente nell’etere si portava avanti un discorso culturale e si ergeva una voce a difesa del Sud dimenticato.

La sincerità d’intenti ha favorito la crescita del numero degli ascoltatori, tenendo in considerazione che all’epoca la radio copriva oltre il Lazio, buona parte del sud Italia. Difatti, grazie ai ripetitori a 1300 mt. di altezza, con 16 antenne, 32 dipoli e trasmettitori ITELCO allo stato solido di gruppi di 4000 Watt, grazie alla supervisione del prof. Eugenio Fumi e collaboratori del CNEN (oggi ENEA) e non essendoci affollamento nell’etere, come invece c’è oggi, era possibile raggiungere le isole (Sardegna, Sicilia, Favignana, Ustica) ed arrivare persino sulla costa del Marocco. Questa diffusione era permessa dalle trasmissioni attraverso la stratosfera e successivamente attraverso il “sistema troposferico” (chiamato anche il “satellite dei poveri”).

Negli studi di trasmissione c’erano apparecchiature ITELCO compreso il decodificatore stereo, 4 piatti THORENS collegati ad un mixer a 16 canali stereo, 4 microfoni SCHURE, 3 registratori per cassette a nastro e 4 REVOX a bobina.

All’inizio dell’avventura radiofonica, collaboravano una decina di amici. I programmi con più alto gradimento erano: “Folklore” di Vincenzo Pinto, “Il Teatro delle Maschere di Cera” di Emanuele Toti Pinto (programma di Rock, Progressive, Blues e Jazz) ed il programma di Franco Polìstena “Ricordi” con musica popolare dagli anni ’10 agli anni ’40. A quell’epoca in questi studi si respirava un’aria di creatività e di libertà che faceva sentire tutti dei pionieri, che dava la voglia di fare e di lavorare senza percepire la fatica, grazie anche al grande consenso degli ascoltatori.

Le prime difficoltà per TRS sono coincise con le elezioni nazionali del 1979.

Attraverso il suo programma, il prof. Vincenzo Pinto (apolitico e apartitico) riuscì a condizionare le elezioni di quell’anno. Consigliò ai suoi ascoltatori di non votare per i grandi partiti quali DC e PCI che all’epoca avevano troppo potere e non garantivano una democrazia piena ma di votare altri partiti, di qualsiasi tendenza politica, pur criticando l’incoerenza di alcuni, tra i quali il partito Radicale. Ciò è documentato nel giormale l’UNITA’ del 9 giugno 1979 (vedi “Elezioni e Radiotelevisione”- Pacini, Vergani- ed. Anti p.149).

Il risultato elettorale non fu gradito ai partiti PCI e DC. E’ risaputo che in Italia se un “media” non si fa portavoce di un gruppo politico può avere varie difficoltà…

Nonostante il suo interesse rivolto al sociale, il prof. Pinto rimane uno scultore e artista, definito all’epoca dai suoi ascoltatori “il gattopardo dell’etere” che, grazie anche al suo innato carisma comunicativo e come proprietario di un’emittente ha voluto denunciare le ingiustizie sociali senza mai scendere a patti col potere dei partiti, lottando da sempre per il benessere del Sud.

Il sistema di “trasmissione troposferica” permetteva di estendere la capacità del segnale fino a coprire la sponda nordafricana del Mediterraneo; grazie ad essa 26 paesi arabi hanno potuto iniziare una collaborazione dal 1984 fino al 1988. Questo ha fornito a Tele Radio Sicilia un’impronta d’internazionalità e ha consentito di ampliare l’ideale che il suo fondatore ha sempre portato avanti e cioè far riscoprire nella sua complessità ed interezza l’origine della cultura folkloristica siciliana e le sue “contaminazioni” con la cultura musicale araba, dimenticate nelle pieghe della storia. Questo scambio culturale e musicale ha permesso all’epoca di approfondire le tradizioni dei popoli del bacino del Mediterraneo, così da rendere unica nel suo genere Tele Radio Sicilia.

L’esperienza di questa collaborazione portò il “professore” a manifestare nel 1989 la sua preoccupazione agli ascoltatori, dimostrando così la sua lungimiranza giornalistico-profetica che oggi la storia (ahimè) ci conferma: il suo messaggio era che al ‘crollo’ non graduale dell’U.R.S.S e dei suoi ideali politici, il conseguente vuoto ideologico avrebbe favorito lo sviluppo dell’estremismo islamico.

Tele Radio Sicilia è stata considerata capo-scuola di successive radio private, le quali hanno preso spunto ed ispirazione (come ad es. Kiss, Kiss Radio-Napoli, Radio Chat Noir di Roma ed alcune emittenti rock), delle volte copiando addirittura il palinsesto. Degno di nota è che fin dalla sua nascita questa radio fu la prima emittente folk italiana che prevedeva nelle sue programmazioni anche un settore di musica Rock, Progressive, Jazz e Blues ad altissimi livelli curato, dal figlio di Vincenzo Pinto, Emanuele Toti Pinto (direttore artistico dell’epoca).

Dalla sua nascita, l’elevata qualità della sua programmazione musicale e il grande senso sociale-umanitario del prof. Vincenzo Pinto hanno conferito all’emittente il merito di rappresentare vari fenomeni culturali attraverso il mezzo radiofonico, facendola diventare un fenomeno di massa.TRS (The Radio Station) ha ottenuto la concessione governativa dopo molti anni con problemi di gravi interferenze a suo danno - a tutt’oggi persistenti - causati da Radio Radicale (che occupa abusivamente la frequenza fm 102.4), che hanno determinato una complessa controversia legale che il prof. Pinto definisce “una forma di mafia politica” (7 cause penali vinte, 4 dissequestri, sentenze T.A.R. e Consiglio di Stato, nomina giudice ad acta per esecuzione delle sentenze e cause pendenti di risarcimento danni).

Forte di un’esperienza trentennale in campo radiofonico il “professore”, dopo essersi ritirato, riprende a trasmettere all’età di 80 anni per continuare a promuovere la cultura del Meridione d’Italia e per denunciare i soprusi legali a danno della radio (una radio libera!). Nel 2002 ritorna la direzione artistica del figlio, Emanuele Toti Pinto, esperto musicista e musicologo, con una trentennale esperienza radiofonica, che conferisce all’emittente una forte impronta culturale, con l’intento di dare sia ai brani che hanno fatto la storia della musica sia alle più attuali proposte discografiche una nuova centralità nella programmazione radiofonica.

TRS The Radio Station si propone infatti come un’entusiasmante ”Esibizione Permanente della Musica del ‘900”. Sulla frequenza dei 102.3 viaggiano insieme: canzoni popolari italiane ed internazionali dagli anni ’20 ad oggi, pezzi di rock che ormai si definisce “classico” (Led Zeppelin, Who, Jimi Hendrix, Pink Floyd, Cream etc.), la poesia del cinema italiano (Totò, Troisi, Sordi, Gassman, De Sica..), le colonne sonore dei cartoni animati degli anni ’80, le nuove tendenze musicali, la canzone d’autore italiana (Battiato, De Gregori, Battisti, Paoli, De Andrè, Gaber, etc.), la musica folk, con particolare attenzione al folk siciliano, il beat italiano degli anni ’60 (Caterina Caselli, Nomadi, Rokes, etc), la magia creativa del jazz e del blues dai primi anni del ‘900 ai nostri giorni, le sorprendenti sollecitazioni della musica progressive italiana ed internazionale dal ’60 al 2006 (siamo stati fra i primi a rilanciare nell’etere questo interessante genere musicale – che attualmente sta suscitando molto interesse tra i giovani e meno giovani – mandando in onda dischi rari o introvabili).

La fascia d’ascolto di TRS The Radio Station copre ogni età, dai quindicenni in cerca di nuove intuizioni e sorprese musicali, agli ultra-sessantenni che ritrovano nei brani mandati in onda emozioni, ricordi, memoria.

Il nostro motto infatti è “TRS, la radio che unisce le generazioni”.

A 4 anni dall’inizio della programmazione, possiamo affermare con orgoglio che il pubblico gradisce e condivide la scelta di TRS The Radio Station di investire sulla cultura, come attestano gli innumerevoli sms ed e-mail ricevute, testimonianza del dialogo diretto e quotidiano che la redazione ha intrapreso con i suoi ascoltatori, fonte per noi di grande entusiasmo e stimolo.
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