Radio San Dona

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Per definire Radio San Donà si passa dalla favola all'epopea. Una radio nata molti anni or sono, in uno sgabuzzino (molto peggio di Radio Freccia) da un gruppo di amici, che avevano voglia di comunicare; timidi certamente, ed è per questo che non nasce una televisione ma una radio (forse perchè belli proprio non erano). Certamente voglia di comunicare, ma anche un interesse per le "macchine", quelle cose che ti permettono di.... Così, un pò per caso, un pò per passione, nacque la radio. Una radio storica, ovviamente da sempre senza grandi mecen... See more

San Dona FM|102.2
0421/560993
Via Cesare Battisti, 6230027 San Donà di Piave (VE)
Per definire Radio San Donà si passa dalla favola all'epopea. Una radio nata molti anni or sono, in uno sgabuzzino (molto peggio di Radio Freccia) da un gruppo di amici, che avevano voglia di comunicare; timidi certamente, ed è per questo che non nasce una televisione ma una radio (forse perchè belli proprio non erano). Certamente voglia di comunicare, ma anche un interesse per le "macchine", quelle cose che ti permettono di.... Così, un pò per caso, un pò per passione, nacque la radio.

Una radio storica, ovviamente da sempre senza grandi mecenati, e con la convinzione che si è liberi se puoi decidere dal 45 giri allo spot pubblicitario. Una radio che ha formato giovani che adesso sono approdati (con successo) in altre dimensioni. Una radio che (purtroppo) è l'unico strumento di comunicazione locale complessivo. Tutto bello? Forse no. Non abbiamo spiccato il volo, probabilmente perchè non sappiamo volare, o forse perchè crediamo allo slogan "Dentro la Città" per cui non serve volare, basta camminare per ritrovarci nelle parole e nei pensieri della nostra gente che ci ascolta. Una radio politica? Si, se ha saputo far coesistere espressioni politiche e religiose diverse, sempre nel rispetto delle opinioni e mai in maniera strumentale.

Una radio che si è sempre aperta ad altre situazioni: dai cineforum alla raccolta di fondi in casi di emergenze nazionali. Una radio forse troppo sintetica nell'informazione, non ha mai inseguito gli scoop e i grandi titoli, convinta che lo strumento deve dare informazione e poi lasciar libero l'ascoltatore di riflettere, senza influenzare. Perchè dalla favola all'epopea? Perchè gli inizi sono stati "romantici", la realizzazione di un sogno che nel corso del tempo si è consolidato e ha piantato radici robuste; sopratutto ha consolidato una sorta di indispensabilità: cosa sarebbe l'informazione sandonatese senza l'appuntamento con la Messa dal Duomo, il consiglio comunale, i programmi sportivi locali e tutto quello che trovate nel sito?

L'idea di fondo rimane quella di sempre, quella dei ragazzi dello sgabuzzino: se possiamo fornire un qualche servizio ad un solo dei nostri ascoltatori, ha senso di esistere, ha senso essere Radio San Donà.

Alberto Landi

EDITORIALE PARTE SECONDA

SIAMO SOLO NOI

Questa è la realtà: c'era un tempo nel quale, a San Donà, trasmettevano QUATTRO RADIO. Adesso, purtroppo, siamo rimasti solo NOI.

E' bello? Forse, o meglio, sicuramente no; in modo egoistico si potrebbe dire che è un grande vantaggio commerciale, quasi una situazione di monopolio nell'ambito della radiofonia locale. Invece c'è solo una grande "tristezza". Una tristezza che NOI, dopo una trentina di anni di radio, sentiamo particolarmente.

Abbiamo perso voci, persone, musica e quel pizzico di antagonismo chi ci spronava tutti a cercare di dare il meglio di noi. Questo essere rimasti da soli è in realtà quell' impoverimento nella vita culturale di una città che si traduce nella chiusura di spazi informativi e di comunicazione.

Non importa se ciò che sentivamo da quelle quattro radio era bello o brutto; era comunque qualcosa che nasceva dalla “piccola città” e apparteneva comunque alla "piccola città".

Siamo rimasti solo NOI

Cercheremo di resistere come Radio!!!!!!!!!!!!!!!

Lo faremo nel nome dell'idea dell'inizio, un'idea che non si può cancellare, non si può eliminare.

Lo faremo fino a chè le nostre forze riusciranno a sostenere e portare avanti la nostra idea di radio.

Lo faremo con la speranza che chi può e vuole ci dia una mano a tenere in vita questa idea.

E' difficile resistere, perché adesso non si può andare in montagna; il nostro campo di battaglia è qui, a San Donà.

Alberto Landi e i ragazzi (!) dello sgabuzzino

EDITORIALE PARTE TERZA (e speriamo non ultima)

Non siamo solo noi. I mezzi di comunicazione si sono moltiplicati in modo esponenziale: da internet ai cellulari, con gli sms è tutto il mondo della comunicazione che è cambiato.

Anni fa, forse troppi, il sogno era il ciclostile: ti "sporcava le mani" ma era TUO e poi i 45 giri con la domanda storica "Chi ha perso il raccordo?" non credo si chiamasse così, forse il "centrino".

Adesso questo mondo si è perso: esistono i computer, esistono altre macchine, gli umani servono a poco.

Si, forse è questa spersonalizzazione della comunicazione che rende tutto inutile; a che servono le persone se le macchine fanno quasi tutto?

Le idee senza partecipazione sono solo una fonte di narcisismo o di individualismo.

Le idee senza speranza e senza ideali a cosa servono?

Forse non serve più niente, ognuno nella sua linda dimora sta ad osservare l’Imprenditore che con la sua “capacità” ti vende falsi miracoli.

Con tanta amarezza. Perché quel "We have a dream" probabilmente si è perso. Non solo per noi.



EDITORIALE PARTE QUARTA (e, siamo sicuri, non ultima)

Il “mitico” editoriale continua. A 2, 4 o 6 mani, non importa! La cosa più importante è che ci siamo! Forse è solo un pensiero di fine d'anno o quasi ma ci siamo! (e continueremo ad esserci).

Si, forse sarà che l'attesa della prima mia intervista "subita" mi crea e mi mette in una “situazione” strana. Sopratutto perchè è sempre vero il concetto che " è importante il fatto che gli interlocutori sono giovani e che stanno recuperando la dimensione della radio come strumento di informazione, come possibilità di comunicare delle idee…..” .A chi? Per noi pochi o tanti non importa, non siamo abituati a dover far conti con sponsor pubblicitari. E' sempre vero il concetto che basta solo un ascoltatore in più ed è importante. Non è un concetto minimalista. E’ solo… l'utopia di crederci e di sentire fino in fondo che la strada che abbiamo scelto non è autoreferenziale (uso una parola che odio") ma è la consapevolezza di un percorso importante

In nessuno di noi c'è la vocazione del "missionario". C’è la consapevolezza che nel mondo globalizzato, e per limitare l'orizzonte, nella PICCOLA CITTA', bastardo posto in cui non sono nato (a metà fra Francesco e Alberto), si svolga una funzione importante.

Quando una signora di 92 anni ti ringrazia perché trasmetti la Messa della sua Chiesa, basta e avanza per dare il senso ad un impegno, e potrei aggiungere del signore cieco che domanda “mi raccomando, fatemi sapere del calcio San Donà”…..

Ecco tutto qui direbbe il dott.Enzo, ed è molto….aggiungo io!
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